Passa ai contenuti principali

Giorni e giorni...

Ci sono giorni in cui ci svegliamo con un senso di vuoto dentro, un’ombra che sembra essere lì, senza una spiegazione. Eppure, nonostante quella sensazione, nel corso della giornata troviamo il nostro equilibrio, una forza che ci spinge a fare, ad agire, a continuare a cercare significato nelle piccole cose.

Non sempre è facile affrontare il dolore, fisico o emotivo. Ma quello che scopriremo lungo il cammino è che la nostra vitalità non è legata alla perfezione, né a giorni senza difficoltà. La nostra forza risiede proprio nella capacità di andare avanti

A chi si sente così, voglio dire: va bene sentire il vuoto, va bene non avere tutte le risposte. Ma dentro di noi c’è sempre una scintilla di vitalità che ci permette di ricominciare ogni giorno. 🦋

#Resilienza #Sensibilità #CrescitaPersonale #Vitalità #Benessere #EssereUmani


scrivimi

 

 

Commenti

Post popolari in questo blog

“E se le anime avessero un filo?”

  Una riflessione (quasi sentimentale) sulla nostra rivista: LetramedellanimA Mi chiedevo, l’altro giorno, se le anime potessero tessere lettere. Lettere come nodi, come ricami. Come quei pensieri che, una volta scritti, smettono di graffiare dentro. O almeno si fanno più leggeri. Così è nata LetramedellanimA , con quella A finale maiuscola che fa il verso alla grammatica ma dà voce al cuore. Un anno fa, tra un caffè troppo freddo e una riunione troppo lunga, qualcuno — forse io, forse noi — ha avuto il coraggio di sussurrare: e se facessimo una rivista che non sembri una rivista? Non una collana di articoli patinati, ma un luogo. Un luogo vero. Dove psicologia, umanità e narrazione non fossero solo parole, ma trame . Trame di storie, di ferite, di pensieri scomodi, di domande sospese. “Allo specchio dell’anima” , “Quando una donna, quando un nome…” , “La pausa fra musica e fede” . Titoli nati da vite vere, da riflessioni silenziose fatte mentre si correggono compiti o si asco...

Sensazioni di cadere...

"La caduta e l’arte di atterrare" Seduto al mio tavolino preferito con un Cosmopolitan (ok, è un cappuccino, ma lasciatemi sognare), mi ritrovo a pensare a una sensazione che conosciamo tutti: la caduta. Non quella letterale, con sbucciature alle ginocchia e figure poco eleganti. Parlo di quel momento in cui la vita ti sfila il tappeto da sotto i piedi, lasciandoti sospeso tra il terrore e l’eccitazione di ciò che potrebbe accadere dopo. Perché, diciamolo, c’è sempre un attimo – quello in cui il cuore salta un battito – in cui ci sentiamo persi. Una rottura, un licenziamento, un errore troppo grande per essere ignorato. Siamo programmati per temere la caduta, perché implica perdita di controllo, vulnerabilità. Eppure, se ci pensiamo bene, tutte le cose migliori della vita accadono proprio lì, nel vuoto tra ciò che era e ciò che sarà. Le crisi sono opportunità travestite da catastrofi, e il modo in cui atterriamo fa tutta la differenza. Possiamo cadere come una ...